Sere fa, per la seconda volta in vita mia, ho visto Kids di Larry Clark. La prima fu all’età di 16 a
Sere fa, per la seconda volta in vita mia, ho visto Kids di Larry Clark. La prima fu all’età di 16 anni ed ora, altrettanti anni più tardi, ho un po’ di considerazioni sparse.Innanzitutto, Kids non è invecchiato. Come i figli del 1995 che nel 2015 hanno 20 anni, Kids è un ventenne in fiore. Si veste come i ventenni di oggi, biascica menzogne e volgarità irripetibili come i ventenni di oggi, sgrana gli occhi e sussurra paure come i ventenni di oggi. Né più, né meno. Persino la New York del 1995 non pare invecchiata nemmeno un po’: l’East Village brulica ancora di campetti in cemento popolati da adolescenti in scarpe da ginnastica che trasudano sudore e ormoni sudati, che ti urtano mentre sei sulle strisce pedonali con i loro skateboard bici chitarre piedi zainibraccia lunghissime e ti ricordano che sei disgraziatamente anziano mentre caracollano dinoccolati e incuranti verso la loro gioventù e molto, molto lontano dalla tua. Poi va beh, a proposito di persone e cose che invecchiano: in Kids c’è anche tutta quella faccenda dell’AIDS che negli anni Novanta era un trionfo di mucose infette e cazzi amari ma che poi, grazie agli studi accuratissimi dell’immunologo Beppe Grillo, è stata smascherata in quanto fregnaccia e a nessuno gliene importa più una sega. In compenso l’estetica del sesso occasionale è sempre attualissima; sarà che siamo in pieno revival anni Novanta, sarà che Kids pare la bibbia animata dello stile veritiero, sarà che la street credibility che deriva dal provarci sfacciatamente con le minorenni non passa mai di moda, sarà infine che i regazzini hanno sempre qualcosa da insegnarci, anche e soprattutto quando assumono su uno schermo atteggiamenti controproducenti e diseducativi.Attualità dell'estetica e tematiche immarcescibili non bastano però ad esaurire la complessità viscosa, il fascino oscuro che Kids esercitò sulla me adolescente - charme che allora fu assai più oscuro che affascinante, a volersi scrollare di dosso il côté nostalgico e propendere per l’onestà intellettuale. Che è come dire che l’appeal di oggi, non fu lo stesso di allora: nel 1998 quella di Kids fu una visione spaventosa, paralizzante ancorché seducente e ricca di significato. Rivedendolo ho realizzato che, se non l’ho data via come il pane prima della maggiore età, è stato anche merito di Larry Clark, di Harmony Korine e dello spilungone pallido e viscido che, a sua insaputa, ha cockbloccato i miei recettori del desiderio finché non sono stati in grado di prendere fisicamente un’automobile e guidare da soli verso la luminosa era della scoperta.E dal momento che tutti i piaceri, in Kids, hanno le sembianze di tredicenni in mutande con la peluria al posto dei baffi, si capisce come la sottoscritta di allora gli abbia preferito i dischi punk e la letteratura distopica, salvo poi ricredersi da vecchia. Se proprio avessi dovuto innamorarmi di qualcuno, nel 1995, avrei lasciato perdere i maschi per concentrarmi sulle femmine. Queste due, nello specifico. Anzi: ora che ci ripenso, credo proprio che sia successo. Le amavo allora, le amo ancora.Francamente non vedo come avrebbe potuto andare diversamente: Chloe e Rosario sono due fighe pazzesche. Si vede che, dopotutto, a 16 anni mi facevo bocciare col 3 in greco e il 4 in mate e fisica però non ero mica poi tanto scema, alla fine. -- source link