#MuslimArt | #Ramadan2016: Ultimi due giorni di Ramadan e penultimo post di questa breve serie dedic
#MuslimArt | #Ramadan2016: Ultimi due giorni di Ramadan e penultimo post di questa breve serie dedicata alle opere africane e diasporiche influenzate dall'Islam.Dal sajjada al velo, dalla khamsa alla calligrafia, le/gli artiste/i riprendono diversi elementi della tradizione islamica nei loro lavori, offrendo occasioni di dialogo non solo su temi religiosi ma anche sociali, culturali ed identitari.Oggi continuiamo con BISMILLAH, dell'artista sudafricano IGSHAAN ADAMS.Artista multidisciplinare, Ighsaan Adams ha trovato nell'arte un senso d'identità, riflettendo nelle sue opere il proprio vissuto di persona ’coloured’ nel Sud Africa post-apartheid, di persona omosessuale e di persona musulmana cresciuta da una nonna cristiana.In ogni suo lavoro, queste sfaccettature identitarie vengono incanalate nel processo creativo; e l'Islam, più delle altre, appare costantemente nelle creazioni dell'artista, dando modo ad Adams di raccontare la sua storia personale attraverso l'utilizzo di metafore artistiche.Nella performance Bismillah (“In Nome di Dio”), Igshaan Adams inscena la propria morte, e il padre – con cui ha avuto da giovane un rapporto conflittuale – prepara il figlio alla sepoltura secondo il rito funebre islamico: lava e profuma il corpo dell'artista, e lo avvolge in tre sudari bianchi. La morte e le cure amorevoli ricevute rappresentano la fine del risentimento provato da Adams nei confronti del padre, e la rinascita, frutto del perdono, del rapporto tra Adams padre e figlio.«The performance has allowed me to fully forgive my father and cleanse me from my negative feelings towards him. Following the first performance, I truly understood what the Bible means with ‘forgive and forget.’ I was able to forgive my father and felt a feeling of rebirth and renewal.» -- source link
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