Secondo capitoloSimon non riusciva a scollare gli occhi da quell'uomo, ed il fatto che questi fosse
Secondo capitoloSimon non riusciva a scollare gli occhi da quell'uomo, ed il fatto che questi fosse in compagnia non era affatto un deterrente.Chi era quell’accompagnatore menefreghista, incurante di una tale ammaliante creatura?Un altro Alpha di sicuro, a giudicare dalla montagna di muscoli che gli dava le spalle.Un tizio dai capelli rossi, massiccio, pelle chiara, barba rifinita con cura, alto quanto Simon ma più imponente e robusto, traboccante testosterone.Decisamente un degno avversario.Non gli importava poi molto, comunque: sarebbe passato sopra di lui se l'Omega lo avesse preferito all’attuale compagno che, spudoratamente, mostrava di non avere a cuore il suo benessere.Al pensiero dello scontro sentì distintamente di star rilasciando feromoni più decisi e prepotenti.Era già a quel punto?Doveva agire prima che fosse troppo tardi.Chiamò il cameriere e ordinò gentilmente di portare una bottiglia di champagne al tavolo dello sconosciuto, chiedendogli di riferire che quella era il dono dell'ammiratore al tavolo di centro sala.Avrebbe fatto in modo da causare una reazione per poterla affrontare con quel poco di razionalità che ancora gli rimaneva, prima che gli ormoni prendessero completamente il sopravvento.Guardò quell'apparizione candida di sottecchi, le proprie pupille già dilatate come quelle di un predatore in piena caccia, eccitato ed affamato.Si forzò di distogliere lo sguardo per concedersi di tornare ai suoi affari, almeno per qualche minuto ancora, fin quando ne avesse avuto la lucidità.David, dal canto suo, continuava a spiarlo nel tentativo di essere discreto nei suoi segnali, comunque inequivocabili. Quanto avrebbe sperato di vedere quei due stalloni sfidarsi per lui, quanto si sarebbe sentito eccitato, desiderato, lusingato: splendide sensazioni di cui era stato privato da una relazione ormai sterile e sminuente. Prese a sognare ad occhi aperti di quei due begli esemplari a sfidarsi sfacciatamente, i muscoli in tensione, i feromoni ad espandersi tra loro come arieti dei sensi. Il pensiero lo stava facendo bagnare di più, gli occhi persi nella fantasia, immaginando di essere poi preso e annodato, seduta stante, dal vincitore.Davanti a tutti.Emise un sospiro impercettibile ma carico di fame, all’idea di mille occhi puntati sul suo corpo bagnato e fremente, in mostra come un’opera d’arte, inchiodato dal suo Alpha al tavolo vestito di lini pregiati, in un loop di picchi di piacere tale da stremarlo, colmarlo e nutrirlo come non avveniva da troppo tempo. Il desiderio che il vincitore fosse quell’uomo dagli occhi penetranti ormai chiaro e potente nel suo stomaco. Si sentì colpevole e vendicato insieme.Tentò di sistemarsi sulla comoda sedia, più volte, ogni movimento era uno stimolo piacevole e proibito, così insistente sulle zone sensibilizzate dall’imminente calore.Tutto era irresistibile, eccitante, dolcemente masturbatorio.Sentì il respiro uscire tremulo, ricolmo dei suoi stessi feromoni: voleva trattenersi, si vergognava, e questo li rendeva ancora più dolci e densi: lo sapeva ed anche questo gli piaceva.Alister tirò su col naso, annusando sfacciatamente, per poi alzare gli occhi nocciola su di lui, un cipiglio annoiato a corrucciargli la fronte.-David… puoi smetterla? Mi metti in imbarazzo, Cristo…-Il cameriere arrivò con tempismo da manuale, posando lo champagne al tavolo dinanzi Alister.-Per i signori, dal gentiluomo al tavolo VIP, con i suoi sinceri complimenti al suo compagno.-Stappò la bottiglia e versò il liquido dorato nei flute. La posò nel cestello col ghiaccio e si accomiatò con un inchino.Appena il cameriere si fu allontanato, Alister riprese con un ringhio adirato.-Ah, ecco che cos'hai…-David era a disagio, guardò nel suo piatto, stringendo le gambe: era impossibile domare il suo dolcissimo miele, difficile evitarne lo sgorgare. La risposta del suo corpo immediata ed incontenibile.Alister si girò a guardare Simon, ostile, i suoi sensi precisi nell’individuare il rivale.Non avrebbe permesso all’ultimo venuto di rubargli ciò che era suo.Quel dolce, dolcissimo profumo, denso come melassa, lo stava facendo impazzire.Simon ormai non riusciva a distogliersi da quella splendida apparizione, perso nell'osservare i lunghi arti fasciati di bianco e ad immaginarsi quelle gambe infinite avvolte attorno alla propria vita mentre…Il reticuliano prese la parola.Iniziò ad intavolare discorsi su accordi commerciali tra l'azienda di cui Simon era rappresentante, la Mekori Corp, e la sua, sparando cifre che non erano affatto convincenti.Questo bastò a distrarre l’Alpha il necessario per non scivolare nel completo rapimento dei sensi.Si concentrò sugli affari, rispondendo a tono, ribattendo con tranquillità ad ogni obiezione.“…a queste condizioni e con queste cifre, la Mekori Corp si vedrà costretta ad indirizzarsi altrove. Sono spiacente.” Concluse fingendo una sicurezza che non aveva, sottintendendo che di possibili partners commerciali ce n’era una fila infinita, il che in parte era vero ed in parte bluff.Il lavoro di Simon Madden era quello di saper parlare e, così, vendere anche l’inutile rendendolo indispensabile. Niente altro.La sua lingua era capace di meraviglie in ogni genere di frangente: dall’aria fritta che abbelliva sapientemente rendendola appetibile ai possibili partners di lavoro, alle dolci e profonde lappate che dedicava ai suoi Omega nei lunghi accoppiamenti che lo vedevano “usato” come mezzo di appagamento dei sensi, senza amore alcuno.Il reticuliano abbassò le sue pretese, contrattando ragionevolmente.La situazione era tornata finalmente in parità, perciò Simon poté girarsi nuovamente verso il giovane Omega dal profumo inebriante, ma ciò che vide fu l’accompagnatore di questi fissarlo, apertamente ostile.Simon ebbe un fremito d'eccitazione, lo scontro ad esaltare la parte ferina della sua natura di Alpha.Senza scomporsi ricambiò con un sorriso obliquo, alzando il bicchiere in sua direzione con fare provocatorio, assertivo, pronto all'azione.Poi lanciò l’ennesima occhiata gocciolante di desiderio all’Omega, promettendogli in un solo sguardo ore e ore di intenso piacere.Per fortuna i commensali di Polaris erano troppo presi dal dessert ai dodici cioccolati, uno per ogni colonia orbitante della zona, per accorgersi del suo agire.(Continua…) -- source link
#second chapter#omegaverse#gay love