#IstantaneeDalPassato | #FlashbackFriday: “Historia”, ottobre 1965; N. 95.
#IstantaneeDalPassato | #FlashbackFriday: “Historia”, ottobre 1965; N. 95. «Riguardo al colonialismo italiano viene però assai creato un mito: è stato più umano, più tollerante, diverso dagli altri. […] il nostro era un colonialismo all'acqua di rose. […] Questa è l'idea straordinariamente diffusa, […] E si dimentica che, seppure la potenza coloniale italiana non sia paragonabile a quella inglese o francese, tuttavia in Africa orientale l'Italia c'è stata per oltre mezzo secolo, e in Libia per più di trent'anni.[…]La politica di segregazione razziale in Africa, la politica di «tutela della purezza della razza dominatrice» e di «difesa del prestigio della razza» […] rimane quasi ignota. E soprattutto sono poco conosciute le azioni compiute durante il fascismo nelle guerre di Libia e di Etiopia, come l'uso massiccio dei gas, fosgene e iprite – già vietati dagli accordi internazionali di Ginevra –, i massacri ripetuti, le deportazioni di massa in Cirenaica e i campi di concentramento che radunavano l'intera popolazione e dove morivano di stenti anche i bambini.Crimini di guerra i cui responsabili, Graziani e Badoglio (incluso dalla United Nations War Crimes Commission nella lista dei criminali di guerra) non sono mai stati processati, nonostante le richieste presentate dall'Etiopia al tribunale di Norimberga nel 1946. Né sono stati mai processati gli altri responsabili dei genocidi compiuti in Africa dagli italiani.[…]Alla mancata discussione su fatti di tale gravità si accompagna una mistificazione e un'ignoranza altrettanto forti su altri aspetti della storia coloniale. Perdura tenacemente una visione romantica sui comportamenti dei civili, sulle loro idee e sui rapporti con le popolazioni che incontrarono in veste di esploratori, commercianti o colonizzatori. «Gli italiani in Africa? ma erano brava gente – si dice.» (dall’ Introduzione di “La pelle giusta”, Paola Tabet) -- source link
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