[…]quando vide che tutti gli occhi di Argo avevano ceduto e tutti gli sguardi erano velat
[…]quando vide che tutti gli occhi di Argo avevano ceduto e tutti gli sguardi erano velati dal sonno. Subito rattiene la voce e rafforza il sopore accarezzando con la magica verga le palpebre illanguite, e risolutamente, con la spada a forma di falce, lo colpisce, mentre è lì che tentenna, dove la testa confina col collo, e lo butta giù insanguinato dal suo macigno, facendogli macchiare di sangue la rupe scoscesa.O Argo, tu giaci, e spento è lo sguardo che avevi in tante pupille: uguale notte grava sui tuoi cento occhi. Giunone, figlia di Saturno, prende questi occhi, e li fissa sulle penne del pavone a lei sacro, costellandogli la coda di gemme sfavillanti..immagine: D.Velázquez, Mercurio e argo, 1659.testo: Ovidio, Metamorfosi. -- source link
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