switchman12: lucerna5: donaruz: corallorosso: La ragazza che vedete qui si chiama Camilla Cannoni.
switchman12: lucerna5: donaruz: corallorosso: La ragazza che vedete qui si chiama Camilla Cannoni. Ha 23 anni, vive a Genova, è un'infermiera ma da qualche mese, ormai, la sua vita è diventata un incubo. E lo è diventata a causa dei suoi vicini di casa. Prima gli insulti, via via sempre più pesanti, poi le minacce e le intimidazioni, fino ad arrivare a gesti sempre più eclatanti, come il danneggiamento della sua macchina. Le hanno portato via gli specchietti e le hanno forato tutte le gomme. La colpa di Camilla? Quella di essere lesbica e di convivere con la sua compagna. “Lesbica di merda”, così l'hanno chiamata, per poi etichettarla con il classico marchio di infamia che buona parte della comunità LGBTQI+ ha ricevuto almeno una volta nella propria vita: “Pervertita”. Perché il paradosso è davvero tutto qui: nell'amore considerato deviante e nell'odio, nella discriminazione, nella prevaricazione ritenuti “normali”. Anzi, persino da ostentare. Camilla quelle parole, seguite da minacce di morte, le ha persino registrate. La risposta dei Carabinieri? “Sono cose che si dicono durante un litigio tra persone…”. Una situazione, questa, che l'ha portata a parcheggiare stabilmente a 10 minuti di distanza dalla propria abitazione, nel timore di nuovi danni. Come se il punto non fosse esattamente questo: sono “cose che si dicono”, ma che non dovrebberoessere dette. Perché le parole d'odio feriscono, talvolta uccidono. E in più, se da “cose che si dicono” diventassero cose che si fanno, come del resto già avviene? Perché la storia di Camilla non è l'eccezione. È la norma. Ed è per questo che una legge contro l'omolesbobitransfobia è necessaria. Non da oggi, ma almeno dal giorno in cui Nichi Vendola presentò la prima proposta normativa a riguardo. Pensate, son passati 24 anni da allora. 24 anni in cui ci hanno sempre raccontato che “non era mai il momento”. E così, anno dopo anno, il tempo di una legge non è arrivato davvero mai. E quelle parole, appunto, sono diventate non solo “parole che si dicono”, ma che si fanno. Ecco, adesso basta. L'odio non può più essere un costo per chi lo subisce. Deve esserlo solamente per chi lo pratica. Cathy La Torre …siamo ancora nel Medioevo.. Ho sentito la telefonata per radio di questa ragazza…chi cazzo sono le persone che si permettono di giudicare un altro essere umano dico io. Sicuramente gente del cazzo e ignorante che nemmeno sanno il significato della parola onore. Condividiamo il più possibile….perché è tremendamente ingiusto. -- source link