Giuseppe Fantasia Incontri d'autore Pubblicato: 12/12/2013 13:51 Delle volte, avere un Tramadol tra
Giuseppe Fantasia Incontri d'autore Pubblicato: 12/12/2013 13:51 Delle volte, avere un Tramadol tra le mani, può esserti di aiuto per farti scrivere un libro. Ne sa qualcosa l'attore britannico Rupert Everett che anni fa, mentre si trovava a Ocho Rios in Giamaica seduto su una panchina di un parco abbandonato, decise di offrire quel famaco a due donne “di età indefinita e un po’ tamarre” che parlavano sulla difficoltà di reperire alcune medicine senza avere una ricetta. Una di loro era Anita Pallenberg, storica ex di Keith Richards, “un Buddha biondo, aperta e sconsiderata, tenera e spiritosa”, famosa soprattutto per le sue prestazioni sessuali in macchina, come racconta lo stesso Richards nella sua autobiografia. Da quel momento Anita divenne per Everett il suo idolo e l'ispirazione di questo suo secondo libro, una nuova autobiografia che segue alla prima, Bucce di Banana (bestseller internazionale edito in Italia da Sperling & Kupfer) in cui già ci parlava di sé in maniera ironica e scanzonata, con uno stile divertente e coinvolgente, ma è in Anni Svaniti che lo fa in maniera più profonda e personale. Se nel precedente ci aveva lasciati nel 2001, in fuga dall'America in procinto di imbarcarsi su un aereo per San Paolo, qui torna indietro agli anni del suo passato, ricordando ad esempio l'infanzia nel Norfolk nel paesino bagnato dal Mare del Nord dove è nato (e dove sono ambientate anche alcune scene del film Shakespeare in love, da lui interpretato). Ricorda i suoi genitori, in particolar modo suo padre di cui nel libro ci sono diverse foto, tra cui una molto bella scattata proprio da Everett che lo ritrae di spalle, a cavallo, su un sentiero dell'Himalaya. Molto commovente il ricordo della nonna - una donna “che era l'Impero sotto assedio, piccola, ordinata e aristocratica”- e delle loro lunghe chiacchierate insieme che continuano in qualche modo anche oggi che lei non c'è più. “Eri un bambino molto solitario e molto tranquillo, giocavi sempre solo e odiavi le feste di compleanno e ora leggo su Hello! che sei l'anima di ogni festa!”, gli disse la nonna. “Ma, si sa, (la risposta di lui),che la vita cambia le persone”. Ci racconta dei suoi amici e dei suoi affetti e della loro scomparsa, del mondo dello spettacolo e dei suoi protagonisti, di ieri e di oggi, e delle tante esperienze positive e negative, come la sua partecipazione ad un reality show che ancora non riesce a perdonarsi. Everett è un maestro nel coinvolgimento: riviviamo con lui i suoi ricordi, dolorosi e piacevoli, e partecipiamo alle sue sconfitte come alle sue tante vittorie. Ci fa viaggiare da una parte all'altra del Globo, tra alberghi di lusso, jet set, red carpet, vacanze al mare o in montagna, tra paparazzi, amici veri o presunti ed amori senza nome di cui gli è rimasto, in alcuni casi, solo un vago ricordo. Quando parla male di qualcuno, non usa certo mezzi termini, ma parole al vetriolo. Il regista Richard Curtis(Notting Hill, Love Actually) “è per la Gran Bretagna di Blair ciò che Leni Riefensthal fu per la Germania di Hitler” e la sua ex amica Madonna oggi non deve far altro che “lanciare una nuova religione è l'unica cosa che resta quando uno dalla vita ha avuto tutto: diventare Dio”. Ricorda anche quando non fu capito da un giornalista che nell'intervista scrisse che secondo Rupert Everett Michael Jackson era un “freak”, un fenomeno da baraccone. Una dichiarazione che gli costò cara, tanto da ricevere minacce di morte mentre recitava a teatro a Londra. Reagì, come sempre, con la sua inconfondibile ironia: “L'idea di essere ammazzato a colpi di pistola durante una replica di Spirito Allegro è, naturalmente, elettrizzante”. ‘Anni svaniti’ è un diario personale davvero particolare, un libro ricco di humour anche nei ricordi dei momenti più tragici, impossibile da non amare.Il libro è stato presentato in anteprima a Milano, nell'ambito della seconda edizione di BookCity, nel corso della quale Everett, più energico che mai, ha anche dichiarato che realizzerà presto un film su Oscar Wilde, ponendo una particolare attenzione agli ultimi anni della sua vita, eremita a Parigi, senza un soldo, senza un tetto e senza un amico. Basti pensare che fu sepolto al cimitero di Père Lachaise in una tomba (monumentale) fatta costruire appositamente da una nobile inglese, sua grande fan. Sono sicuro che Everett, con il suo film, saprà rendergli giustizia. Fonte: http://www.huffingtonpost.it/giuseppe-fantasia/incontri-dautore-luca-bianchini-rupert-everett-e-giuseppe-scaraffia_b_4424677.html?utm_hp_ref=tw -- source link
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