Domenico Antonio Galento (1910 - 1979)Peso massimo, sdegnoso combattente italo americanoFiero eseget
Domenico Antonio Galento (1910 - 1979)Peso massimo, sdegnoso combattente italo americanoFiero esegeta dell’iconografia classica del pugile suonatoDisputò un totale di 114 incontri con un record personale di 80 vittorie per Ko, ma queste sono ordinarie e consuete cose, per tale, pittoresco, uomo di grande affare:Lottatore pazzo, si batteva coi canguri e con gli orsi, per gran fama, pecunia e per il diletto degli astanti e, di certo, per il suo istesso.Durante una disfida, con competenza ostinata, strangolò un orso da 250 libbre e fu sì contento, d'animo come di corpo.Per promozione di se, un tempo, Galento volle combattere con un gorilla, per dar prova di una certa possanza. Alcuni esperti di biologia marina consigliarono, nondimeno, di confrontarsi con una gigantesca piovra.L'incontro si svolse in apnea in una gran vasca, in cui Galento, ardito e soave, strangolò il cefalopode tra gli applausi, le grida e gran letizia.Di mestiere uomo di fatica in rosticceria (“The Nut Club”, nel New Jersey), finiva di consegnare le fusaie nottetempo, alle 2 antemeridiane, e poscia andava agli incontri di boxe, rigorosamente ubriaco e pigramente, come svogliato, perennemente in ritardo. (Fu detto “Due tonnellate”, per le savie parole che tuttavia utilizzava per giustificar le sue ragioni: “Scusate, dovevo prima consegnare due tonnellate in colonne di ghiaccio”, o a seconda, in tordi grassi, tortorelle, lasagne maritate ed altre finissime vivande.)Contra i rivali usava l’arma della puzza, odor cattivo.Non si lavava a bella posta, a scopo di ripugnare.Gli avversari, in tale fetor di tenebra, attoniti tacevano, senza colpo ferire, come oppressi dal sonno.Il noto pugile Maximilian Adelbert Baer (campione del mondo dei pesi massimi dal 14 giugno 1934 al 13 giugno 1935), disse di lui: “Puzzava come una vasca piena di liquore e tonno morto”Il buon Galento era alto un metro e settantasette, ma amava gravare di molto oltre il suo peso forma, a mò di drammatica zavorra, fino a “sfiorare le 240 libbre” (New York Times, 23 Luglio 1979)A tale proposito scelse saggiamente una severa e disciplinata dieta, il cui pasto tipico consisteva in sei polli ed un contorno di spaghetti, leggermente bagnati da mezzo litro di vino rosso e birra, cautamente schiumati assieme nel torbido, come fango di lavatura di cenere.“Tony era dedito a gozzoviglie pantagrueliche che non sospendeva nemmeno il giorno degli incontri”Un giorno picchiò il suo allenatore, reo di avergli consigliato un cambio di passo alimentare.Fiero ladro e rapace, era solito, prima di ogni competizione, introdursi nelle mense dei palazzetti sportivi, e nei privati ristori degli avversari, svuotando i paiuoli, mangiando tutte le zuppe, ingollando i liquori per poi fare, a sfregio, rumorosi venti, che dallo stomaco si mandan fuori per bocca.Una volta, per scommessa, mangiò 52 hot dog prima di affrontare l'italiano peso massimo Arturo Carlo De Kuh.Un poco sovraccarico, ebbe a commentare: “Dopo 52 hot dog mi sento un poco ottuso, potrò procedere al massimo per tre round”Seppur fiacco e lento come la melassa, eliminò il triestino con un gancio sinistro proprio allo scadere del terzo round, per rifugiarsi tosto in rosticceria oltremodo a desinare.Sofferente di cuore e malato di diabete, insolitamente perì di indigestion fatale“Shakespeare? Mai sentito parlare di lui. È uno di quei pesi massimi stranieri? Se volete posso picchiarlo" (Tony Galento)Sfrenato e dissoluto, soprastante, violento.Uomo illustre, che a nominare con laude mi prodigo con foga -- source link